Il divenire della critica
suo operare e quando si sia potuto sottolineare a sufficienza l’apporto dato dall’artista al generale evolversi dell’arte visuale in Europa.
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Ancora una volta bisogna riconoscere che in queste opere Fontana seppe valersi di certi elementi resi familiari dall’ondata di pop art e trasformarli
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nota davvero una precisa volontà di ottenere un determinato effetto a prescindere dall’effettivo valore dell’opera che ne potrà resultare.
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Questi artisti, dunque, adottando - vuoi consapevolmente che non - alcuni moduli dapprima introdotti dall’arte concettuale (e dalla land art, e art
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1958) potei vedere per la prima volta il museo compiuto: l’ampio invaso trascinante dall’alto in basso, lungo i gironi d’un moderno inferno museologico
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neofigurative che, in certo senso, erano valse a «sbloccare» il terreno per tanto tempo irrigidito dall’astrattismo non figurativo. Ma il ripensamento s
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ciò premette la necessità di delineare una distinzione tra la performance rappresentata dall’opera pittorica e il suo deciframento1. In questo progetto
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Questo stesso fatto, del resto, giustifica, sin dall’inizio, la scarsità delle applicazioni al linguaggio visivo di quel tipo di analisi semiologica
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elittico di Fontana e con l’ambiente creato da Scanavino, per non citare che due esempi assai lontani uno dall’altro).
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Come dissi sin dall’inizio, una delle principali preoccupazioni degli ordinatori era stata quella di dimostrare come artisti delle più diverse
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coperte da un sistema di linee colorate traggono la loro efficacia dall’effettuarsi di immagini postume dovute appunto al succedersi dei successivi «flash
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percorse da uno sfarfallio di nuvole bianche immobili e metafisiche così da costituire un ambiente analogo ad altre opere realizzate dall’artista negli
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considerate come unità in senso semiotico; e se il representamen iconico (in senso peirciano) possieda o meno qualità di segno indipendente, dall
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dinamico che - al suo «stato puro» - viene confermato dall’ambiente cinetico di De Vecchi, scelto come uno dei rappresentanti più raffinati delle
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Ecco, dunque, che solo dal continuo incontro, dal conflitto, ma anche dall’osmosi, tra «naturale» e «artificiale», tra «tecnologico» e «fantastico
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Dall’altro lato la tendenza a provvedere il pubblico più umile e che sempre più numeroso si accosta all’interesse per l’arte d’avanguardia, di opere
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della penisola dall’autunno (1968) ad ora e che hanno avuto come protagonisti, in parte almeno, gli artisti che appartengono a questo indirizzo dell
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- all’operazione alchemica. Quando dal Mercurio si giungeva allo stadio di Corvo, dall’«Albedo» si passava alla «Nigredo», si ottenevano dei resultati
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Se, in definitiva, vogliamo trarre una conclusione dall’attività artistica degli ultimi mesi dopo la travagliata e fallimentare prova della Biennale
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Che, a partire dall’informale (dall’action painting) e poi, in maniera altrettanto clamorosa, con il pop e con le strutture primarie (la minimal art
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programmata (Nuove Tendenze), è rappresentata qui soprattutto dall’udinese Getulio Alviani che ha sviluppato con grande coerenza ed efficacia un suo preciso
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espressioni del folklore artigianale, dall’altro ad un mondo magico quale fu quello della cosiddetta «pittura metafisica» di De Chirico. È a quest
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Piacentino, che, da un lato ha demistificato l’aspetto meccanomorfo della nostra cultura tecnologica, dall’altro ha sfruttato i valori ludici e lo
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opere. Il giudizio assiologico doveva ormai prescindere dall’antica esigenza del «bel dipinto», dell’impasto, dell’equilibrio delle masse; come aveva
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A questo punto, però, devo osservare ancora una volta (l’ho fatto sin dall’inizio di queste esperienze) come uno degli equivoci della land art e
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offre quindi nessuna possibilità d’una reciprocità d’intervento da parte dello spettatore e resulta immancabilmente e inderogabilmente «imposta dall
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ottenuta appunto dall’elaboratore elettronico costruito in maniera tale da permettere un’elaborazione dei dati in forma grafica a grafico-pittorica (nel
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prive d’ogni valore estetico - possano essere valutate come «opere d’arte» e possano effettivamente avere una valenza estetica; mentre altre opere dall
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Il passaggio dall’idea al segno, e dal segno all’idea, è una delle peculiarità di molte di queste opere.
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Tra coloro che fanno ancora spesso ricorso a immagini sussunte dall’universo pittorico (anche se spesso solo per negarle o per deviarne l
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speranze e possa forse raccogliere le sparse membra della musica e della danza da un lato, dell’arte concettuale e dell’arte del corpo dall’altro.
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Ma venendo a teorie più recenti, o meglio adottando alcuni principi mutuati dall’antropologia culturale (e si vedano lavori come quelli di Kroeber
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C’è chi vorrebbe fare una distinzione netta tra avanguardie1 «storiche» (quelle che segnarono la fine del secolo scorso e l’inizio del nostro: dall
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rientranti in un circuito economico che le ha proclamate tali mentre altre opere «dall’apparenza estetica», e che non lo sono in realtà, continuano a
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alienante della «merce» artistica rispetto all’uomo che la usa (che la compra, che la vende, che la produce); dall’altro lato, sulla natura alienata del
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gonfia di quella forza inventiva che in lui fu necessaria liberazione dall’incendio d’una vita bruciata, mentre per i suoi molti imitatori non è che
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creato dall’arte accademica ottocentesca, ridotta com’era a gingillo salottiero, a raffigurazione di triviali scene della vita borghese di tutti i
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Ma una volta spazzata via (per quanto sia ancora ben lungi dall’esserlo del tutto) questa pseudoarte veristica, era più che logico veder
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automatici e propriocettivi), si può constatare l’importanza che viene conferita dall’attuale pittura al gesto istantaneo, alla proiezione miocinetica
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, Van Doesburg), dall’altro a quei primi e coraggiosi tentativi già iniziati tra le due guerre dagli artisti del gruppo del Milione (Reggiani, Soldati
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che dal «valore» delle singole opere - dall’impostazione del lavoro e dall’apertura di intenti del gruppo milanese; nonché dalla sua precoce
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già preformato, di già vissuto, impegnato, qualcosa che presenta e decanta un passato esistentivo (ossia un passato di vita vissuta dall’oggetto
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Del pari ad uno studio di «immagini virtuali» derivate dall’incontro di strutture metalliche o in plexiglas e superfici illuminate che col movimento
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e scultura: da un lato l’intenzionalità verso un resultato, teleologicamente inteso, d’un embrione amorfo che miri a strutturarsi, dall’altro l
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padiglione italiano) sarebbe impossibile porre una seria analisi dell’attuale momento attraversato dall’arte visuale.
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create dall’uomo ma a tutto quanto il panorama artistico contemporaneo. E ho anche spesso affermato come tale fenomeno abbia i suoi lati positivi e
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Duchamp ebbe ad «inventare», a partire dall’ormai leggendaria Ruota di bicicletta del 1913, quell’oggetto appunto per il quale nel 1915 l’artista coniò il
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quelli del periodo impressionista o espressionista. Dall’altro lato, però, era anche vero che la grande censura non c’era ancora stata, ed era appena
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In questo l’artista inglese si differenzia anche dall’italiano Del Pezzo, lui pure costruttore artigianale di oggetti inventati, ma di oggetti
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La critica d’arte, che nel primo dopoguerra era ancora intrisa in Italia di ermetismo vociano da un lato, e di idealismo crociano dall’altro, si è
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